Denunce anonime

Lettere ed e-mail e denunce anonime

Come funziona il sistema delle denunce anonime degli anti-sette? Perché la SAS e altre autorità accettano queste denunce anonime contro gruppi religiosi? E’ lecito che il GRIS, emanazione della Chiesa Cattolica, diffonda lettere riservate contro minoranze religiose inclusi gruppi Cristiani?

Lo sterminio delle streghe ebbe inizio nel 1484, quando Innocenzo VIII fece collocare nelle chiese una cassetta per le denunce anonime. Le streghe colpite da tali denunce venivano “invitate” a confessare ed abiurare il demonio, se non lo facevano venivano torturate, quando confessavano venivano bruciate.

Il potere temporale del papato è ormai un ricordo. Quello che fu il braccio secolare che eseguiva le condanne contro streghe ed eretici non ha più obblighi verso la Chiesa di Roma, la separazione tra Stato e Chiesa ha eliminato tale sudditanza, almeno in teoria.

Ma, come abbiamo visto nell’articoloI referenti della S.A.S. e il plagio, le denunce anonime contro gli eretici esistono e si usano ancora. La cassetta è stata sostituita  dai “telefoni anti-sette occulte”, da recapiti e-mail di gruppi di soccorso anti-sette e dai “centri di ascolto anti-sette” operanti presso quasi tutte le diocesi  e presso associazioni anti-sette laiche e religiose.

A differenza del referente della SAS di Maurizio Alessandrini, preferiamo credere che non sia la Chiesa Cattolica in quanto istituzione che ha voluto questo stato di cose, ma qualche scheggia impazzita al suo interno, un gruppetto deviato nostalgico di un passato oscuro che si discosta dalla politica ufficiale di ecumenismo e dialogo del Vaticano. Ma gli anti-sette Alessandrini, Bonaiuto e il GRIS affermano chiaramente che il Vaticano e la Chiesa Cattolica italiana “sollecitano”, “ispirano” e “approvano” il loro operato. Salvo fondata smentita, prendiamo per valido quanto affermano.

La Chiesa Cattolica, come abbiamo visto nell’ultimo articolo  (Ecumenismo anti-sette), ha ancora un’influenza notevole sullo Stato Italiano. Non può più torturare l'inquisito con i mezzi tradizionali, ma usa altri mezzi altrettanto efficaci, che non fanno sanguinare il corpo, ma uccidono e deturpano l'immagine dell’eretico e la sua reputazione. Gli strumenti moderni sono convegni, conferenze e seminari durante i quali vengono sparse notizie viziate e statistiche alterate e allarmanti. In proposito si veda l’articolo Falsare statistiche per allarmare.

Si usano siti internet che diffondono notizie inattendbili, pubblicazioni di giornalisti e scrittori compiacenti o a caccia dello scoop. Tutti indirizzati alla realizzazione di processi ideologici celebrati prima sui media e poi nelle aule da magistrati poco accorti o consenzienti. Alla fine, la reputazione del gruppo considerato eretico e dei suoi componenti è più morta di una strega condannata al rogo.

La Chiesa Cattolica non può più indurre il braccio secolare a bruciare l’eretico in Campo dei Fiori, ma ha “sollecitato” lo Stato Italiano a costituire una speciale forza di polizia per occuparsi del “problema”. Il presunto stato laico dei nostri giorni, moderno braccio secolare della chiesa romana, supinamente ha aderito al “sollecito” e prontamente ha costituito la Squadra Anti Sette (SAS), con sede centrale presso il Ministero dell’Interno, e ha nominato rappresentanti in tutte le questure d’Italia (“E io pago”, direbbe Totò) per sorvegliare, prevenire e contrastare le “sette” eretiche.

Ma lo Stato non si è limitato questo e, nell’aderire al “sollecito”, ha nominato anche dei referenti laici e religiosi (il forum anti-sette di Maurizio Alessandrini e don Aldo Bonaiuto) assegnando loro incarichi di indagine poliziesca. Al riguardo si veda l’articolo eLa Squadra Anti Sette.

Sono cambiati i tempi, i mezzi e le tecnologie, ma il meccanismo e i risultati sono identici: si demonizza l’eretico diffondendo informazioni allarmanti, si raccolgono denunce anonime, si istituisce il processo ideologico, poi si affida la vittima al carnefice per purificargli l’anima.

Durante l’inquisizione nessuno è riuscito a mostrare streghe volanti, così come oggi nessuno ha trovato bimbi uccisi o eretici copulanti con satana. Ma non è importante la realtà, diventa importante ciò che viene spacciato per realtà tramite denunce anonime e informazioni distorte. Chi ha mai il tempo, la voglia e il coraggio di verificare e contestare dati diffusi così ampiamente e di continuo dai media e avallati dalle autorità preposte?

Le streghe venivano buttate nelle acque legate mani e piedi, se annegavano erano innocenti, se galleggiavano considerate colpevoli. Oggi il “settario eretico” viene buttato nell’oceano dei media, sbattuto nelle farraginose aule dei nostri tribunali e, innocente o colpevole che sia, non ha alcuna speranza di salvarsi da un simile tritacarne.

Per quanto compromessi, lo Stato, i media e le aule di giustizia non sono affatto deboli. I punti deboli in questo meccanismo perverso sono le cassette delle denunce anonime e coloro che le gestiscono.

Infatti, come riferito negli articoli Ecumenismo anti-sette (lettera di Alessandrini al Senatore  Schifani) e I referenti della S.A.S. e il plagio (lettere del forum anti-sette al Senato e alla SAS e le e-mail dell’ARIS Toscana ai parlamentari), la pratica di inviare lettere riservate e denunce anonime ai media e alle autorità è ampiamente praticata e documentata.

Ed è qui che il sistema fa acqua. Nella penombra di una chiesa del quindicesimo secolo il delatore, spesso mosso da invidia, gelosia o risentimento, poteva mantenere facilmente l’anonimato mentre infilava la sua denuncia anonima nell’apposita cassetta, certo che la sua vittima, risucchiata e stritolata nel disumano meccanismo inquisitorio, difficilmente avrebbe scoperto chi l’aveva denunciata. Ma nel terzo millennio mantenere l’anonimato è un’impresa ben più complessa. Troppi sotterfugi per recapitare le denunce anonime, troppe mani ricevono le lettere riservate, troppi occhi leggono le e-mail diffuse e troppo frammentato è quel potere che prima era saldamente in mano a pochi. 

Inoltre, i moderni inquisitori non possono più azzittire gli osservatori con i terrificanti mezzi di quei secoli bui, né possono imporre la mordacchia a coloro che inquisiscono.

L’ignoranza sul soggetto delle libertà costituzionali è ancora grande, ma qualche “eretico” oggi si ribella e qualche “inquisitore” si pente. Ecco allora che le denunce anonime escono alla luce del sole e l’anonimato dei loro autori viene meno.

Si scopre che i delatori, come già documentato in precedenza, sono i servi del poliziesco braccio secolare, la SAS, oppure gli stessi inquisitori e i loro collaboratori, come ad esempio il GRIS e don Aldo Bonaiuto dell’associazione Comunità Giovanni XXIII°.

Pubblichiamo qui di seguito alcuni documenti provenienti da questi anti-sette. Assumono la natura di denunce anonime poiché sono stati inviati ad autorità che dovrebbero intervenire per contrastare o reprimere, mentre viene intenzionalmente omesso di informare gli individui o gli enti di cui si segnalano presunte o sospette irregolarità.

Ecco una lettera, denominata “nota integrativa”, inviata il 29 ottobre 2011 dal forum anti-sette presieduto da Alessandrini, referente SAS, ad alcuni Senatori ed alla stessa SAS

Nota-integrativa-Pag1

La versione integrale si può scaricare qui.

Si noti che nessuna delle persone citate nella lettera è al corrente di questa nota integrativa, né della relazione informativa citata.

Nel testo si fanno ipotesi di comportamenti irregolari o addirittura delittuosi. In uno stato di diritto le notizie di reato dovrebbero eventualmente essere oggetto di esposti o querele presentate agli organismi tradizionali di polizia o giustizia, garantendo così il diritto e la possibilità di difesa al denunciato. L’uso invece di questo canale privilegiato e occulto non permette alcuna difesa o contraddittorio a chi viene colpito dalla denuncia anonima, di cui non saprà nulla fino a quando sarà troppo tardi per salvaguardare la sua reputazione e i suoi diritti.

Si consideri che tutte le autorità in indirizzo dovrebbero essere garanti della salvaguardia dei diritti costituzionali di libertà di pensiero e di espressione. Accettando queste denunce anonime e dando ascolto a questi delatori diventano, di fatto, loro complici.

Il forum anti-sette, capeggiato da Alessandrini, mittente della lettera di cui sopra è la parte laica della struttura che fa capo alla SAS, sono i referenti non pubblicamente  nominati, ma operanti in quanto tali, che intervengono a livello mediatico e politico per rendere possibile l’approvazione della legge per la reintroduzione del reato fascista di plagio nel nostro ordinamento. Nello schema hanno il ruolo di sottoposti e collaboratori/informatori esterni del Dipartimento della Sicurezza del Ministero dell’Interno.

Vi è poi la parte “togata”, religiosa, rappresentata da don Aldo Bonaiuto e il suo Telefono Anti-sette Occulte e dal GRIS, Gruppo Ricerca e Informazione Socio-religiosa, ufficialmente approvato dalla Chiesa Cattolica Italiana.

Il GRIS non sottostà alle direttive della SAS, anzi è emanazione diretta della Chiesa Cattolica che, secondo Alessandrini, avrebbe imposto allo Stato Italiano l’istituzione della SAS.

Bonaiuto, nella sua doppia veste di referente ufficiale della SAS e di rappresentante del clero Cattolico in continua collaborazione con la Diocesi di Roma, sembra essere l’elemento di raccordo tra iniziativa cattolica anti-sette, la SAS e gli anti-sette laici.

Anche questi anti-sette cattolici, anziché limitarsi a raccogliere le delazioni e a assistere  all’iniziativa del “braccio secolare”, diffondono denunce anonime indirizzandole alle varie autorità.

Ecco, ad esempio, una "lettera riservata” spedita a gennaio 2012 dal GRIS di Treviso al Sindaco della stessa città: 

Lettera-GRIS-Treviso-forweb

Mario Zambon è il prestanome per il GRIS a Treviso, ma la vera anima del gruppo è Giuseppe (Bepi) Bisetto. Da oltre un ventennio sulla scena degli anti-sette e buon amico dei rappresentanti del forum anti-sette laico, Bisetto è il portavoce ufficiale del GRIS Treviso.

Bisetto, che è anche consigliere nazionale del GRIS, è balzato spesso agli onori della cronaca per il suo attivismo anti-sette, ma anche per vicende giudiziarie che l’hanno visto coinvolto; si veda qui.

Dal canto loro, anche i gruppi membri del forum anti-sette, continuano con la pratica di inondare con frequenza settimanale parlamentari, media e politici di vari livelli con notizie più o meno frammentarie, spesso allarmanti e sensazionalistiche. Segue un estratto di una recente e-mail che contiene vari link a notizie di stampa raccattate da internet, con la sola logica di trovare informazioni allarmanti da diffondere senza l’aggiunta di alcun contributo in termini di analisi o studio:

ARIS-Toscana-estratto-forweb

La versione integrale dell’e-mail si può vedere qui.

La struttura descritta nell’articoloEcumenismo anti-sette attua una strategia tesa a creare una “emergenza sette” tramite uno stillicidio di denunce anonime o comunque occulte a vari livelli.

Nel corso degli anni parlamentari, media, politici, amministratori, poliziotti, magistrati hanno ricevuto queste informazioni falsate. Chi non è stato raggiunto da una lettera riservata, ha ricevuto e-mail. Chi non viene raggiunto da queste denunce anonime, ha appreso notizie di convegni, trasmissioni televisive o articoli stampa, a loro volta generati da questo lavorio coperto di disinformazione. Le “notizie” stampa così create vengono poi riciclate per diffondere ulteriore allarmismo tra i destinatari delle “denunce anonime”.

E mentre tutto questo avviene, la SAS e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza predispongono informative, che vengono poi diffuse a livello istituzionale, per far sapere che “l’emergenza sette” ha attratto spesso l’attenzione dei media e delle autorità e che la polizia e i vari “telefoni anti-sette” e “centri ascolto” hanno ricevuto numerosissime denunce.

Questo meccanismo si autoalimenta quando, colpiti da allarmanti notizie mediatiche, cittadini, genitori, coniugi e individui già poco tolleranti come carattere e cultura, contattano le associazioni “anti-sette” laiche e religiose per chiedere informazioni, chiarimenti e aiuto. A quel punto il gioco è fatto, hanno creato anche le vittime che forniranno ulteriore materiale per altre denunce anonime e notizie stampa.

La prova che questo sistema funziona è il fatto che vari parlamentari, dopo aver ricevuto questo indottrinamento, pur mancando di vere e complete informazioni, si sono messi a disposizione degli anti-sette.

Per citarne solo alcuni, il Deputato Francesco Bosi che, sollecitato dall’ARIS Veneto, si impegna “contro l’intesa con i Testimoni di Geova”; il Senatore Antonino Caruso che ormai da anni interagisce con la FAVIS per reintrodurre il reato di “plagio” nel codice penale; la Senatrice Laura Allegrini, che partecipa ai convegni degli anti-sette e, quale relatrice del disegno di legge sul ”plagio” del Senatore Caruso, li ha convocati in Senato per essere auditi sul soggetto; l’europarlamentare Luca Barbareschi, che è in contatto con Alessandrini per assistere il forum anti-sette nello sforzo di far approvare la legge sul “plagio” e si adopera per produrre film sul soggetto e organizzare tavole rotonde.

Concludendo: la libertà di culto e di pensiero, nella nostra democratica Italia, dipendono dal gossip e dalle denunce anonime. Esattamente come nel quindicesimo secolo, tramite un meccanismo simile attuato dalla stessa fonte.

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10 luglio 2012