I referenti della S.A.S. e il "plagio"
Gruppi privati usati dallo Stato
per creare “l’allarme sette”
Il forum degli anti-sette è un gruppo di pressione politica? I Parlamentari che li favoriscono sono consapevoli o tratti in inganno? La S.A.S. è uno strumento o il mandante?
Dai documenti pubblicati finora emergono alcuni fatti evidenti: esistono sul territorio italiano una decina di associazioni anti-sette che si adoperano per comunicare tramite i media l’esistenza di un cosiddetto “pericolo sette”.
Ai giorni nostri queste associazioni, sebbene siano piccoli gruppi composti da pochi individui, per la maggior parte senza specifiche competenze in questioni religiose, sono diventate di fatto enti ausiliari dello Stato. Alcuni dei loro rappresentanti sono addirittura considerati consulenti ufficiali delle forze di polizia, di vari magistrati inquirenti e di alcuni organismi legislativi.
Le prime associazioni di questo tipo sono sorte a metà anni 80, in concomitanza con la revisione dei patti lateranensi e la stipula del nuovo concordato tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica del 1984, quando quest’ultima ha perso la sua natura di religione di Stato e il famoso finanziamento del clero cattolico con l’otto per mille ha avuto inizio.
Alcune delle prime associazioni o le loro eredi esistono tuttora, altre sono sorte negli anni seguenti. La natura e l’evoluzione di questi gruppi sarà oggetto di prossimi articoli.
Ci limitiamo ora ad evidenziare che le associazioni anti-sette stanno conducendo da oltre 25 anni una campagna per creare artificiosamente una “presunta emergenza sette”. Durante tale campagna hanno sviluppato contatti con media, parlamentari, magistrati e organi di polizia presentandosi come “esperti del problema sette”, divenendo col tempo referenti ufficiali da consultare su tale “problema”.
E’ loro il dubbio merito di aver dato un nuovo e negativo significato alla parola “setta” e di averlo ulteriormente peggiorato eliminando anche l’aggettivo “religiosa” e sostituendolo con aggettivi allarmanti quali: “sette distruttive”, “sette segrete”, “sette occulte”, “psico-sette”, “sette sataniche”.
Una campagna tesa in primo luogo a negare la natura religiosa dei gruppi da loro aggrediti, poi a renderli, nell’immaginario collettivo, gruppi pericolosi e quindi da eliminare nella società civile.
Facendo leva sull’emotività causata da rari incidenti, invariabilmente attribuiti a delle “sette”, sempre trattati in modo sensazionalistico dalla stampa, queste associazioni mantengono costante l’interesse mediatico su questo presunto problema.
Quando tali incidenti non esistono, vengono anche creati ad arte montando storie inesistenti come quelle dei “Bambini di Satana” di Marco Dimitri o degli “Angeli di Sodoma” e molte altre. Situazioni fasulle, istigate dagli antisette, che hanno prodotto migliaia di pagine di articoli stampa, centinaia di trasmissioni televisive, che sono costate milioni di euro in processi pagati dai contribuenti, famiglie distrutte e sofferenze per gli indagati che hanno patito anche ingiuste carcerazioni.
La loro attività di disinformazione è martellante, spesso coperta, vale a dire non conosciuta ai gruppi religiosi presi di mira, né agli studiosi e ricercatori, che leggono le notizie sulla stampa solo dopo che i media o i politici hanno ricevuto abbondanti “notizie riservate” da queste associazioni anti-sette.
Le informazioni che diffondono in questo modo sono per la maggior parte provenienti da fonti non verificate, da notizie stampa sensazionalistiche, da segnalazioni non verificate, da opinioni di altri anti-sette, da gossip raccolto in internet, eccetera.
Dopo aver ottenuto spazio sulla stampa o nei loro contatti con politici, invariabilmente ognuna di queste associazioni ha invocato la necessità di reintrodurre nell’ordinamento il reato che punisce il cosiddetto “plagio”, cancellato dal codice fascista Rocco nel 1981 ad opera della Corte Costituzionale.
Anche questo fatto rilevante accadeva quando la discussione sulla modifica dei patti lateranensi era iniziata.
E’ bene notare brevemente che gli unici due procedimenti penali, nell’ambito dei quali si accusò l’imputato di plagio, furono il famoso processo Braibanti, conclusosi con una discutibile condanna, e il processo al sacerdote cattolico Don Emilio Grasso, conclusosi col ricorso alla Corte Costituzionale che portò all’abolizione del reato di plagio e alla conseguente assoluzione dell’imputato.
La richiesta pressante e reiterata di reintrodurre il reato di plagio si è protratta fino ai giorni nostri. Ora più che mai le associazioni anti-sette esercitano pressioni su media e politici per ottenere l’approvazione del disegno di legge che, sotto varie diciture, viene ripresentato alle Camere da parlamentari che, quasi senza eccezione, hanno ricevuto notizie allarmanti e hanno contatti diretti con le associazioni anti-sette.
Come abbiamo visto nell’articolo “Allarmismo di Stato”, le informazioni fornite dagli anti-sette sono state ripetutamente adottate dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno per produrre rapporti, informative e relazioni periodiche che sono state capillarmente diffuse alle autorità periferiche (Prefetti, Questure), ai politici e ai media, aumentando così l’allarmismo sulle “sette”.
Provenendo da fonti autorevoli anziché direttamente dalle associazioni anti-sette private (sebbene prodotte da queste ultime), le informazioni allarmistiche rendono più credibile l’esistenza di un “problema sette”.
Nel 2006, con la “Circolare De Gennaro”, è stata ufficializzata la collaborazione tra il Ministero dell’Interno e le associazioni anti-sette con la fondazione della Squadra Anti Sette (S.A.S.). Una nuova forza di polizia creata ad hoc che ha assunto ufficialmente come propri referenti alcuni rappresentanti degli anti-sette, aprendo per loro una corsia preferenziale in seno alle istituzioni, tramite la quale influenzare efficacemente in senso negativo l’azione stessa dello Stato (sia il potere esecutivo che quelli giudiziario e legislativo) verso i movimenti religiosi etichettati arbitrariamente come “sette”.
Un’operazione resa possibile, anche e soprattutto, da un’interpretazione abnorme dell’articolo 8 della Costituzione operata da De Gennaro sul modello del precedente regime dittatoriale fascista. Vale a dire che quei gruppi chiamati “sette” vengono selezionati politicamente da questo corpo di polizia e non godono tutela costituzionale. Anzi, diventano bersaglio della S.A.S. che si è arrogata diritto di indagine, contenimento e repressione nei loro confronti sulla scorta delle informazioni degli anti-sette, dei media e dei rapporti di polizia locale.
Forti di questo incarico di referenti di un corpo di polizia che, a parere di chi scrive, è di fatto incostituzionale in quanto fonte di discriminazione, gli anti-sette hanno anche organizzato convegni e diffuso pubblicazioni contenenti statistiche approssimative, controverse e allarmistiche. Si veda al riguardo “Falsare statistiche per allarmare”.
Come abbiamo visto nell’articolo “Squadra Anti Sette, gruppi anti-sette e plagio”, i principali referenti conosciuti della S.A.S. sono il prete cattolico don Aldo Bonaiuto e il ragioniere in pensione Maurizio Alessandrini, rispettivamente dirigenti delle associazioni anti-sette “Numero verde sette occulte” (parte della “Comunità Papa Giovanni XXIII”) e della F.A.V.I.S. (Familiari Vittime delle Sette).
A conferma delle informazioni fin qui fornite, entrambi si qualificano come “Referenti del Ministero dell’Interno, Polizia di Stato, Servizio Centrale Operativo, SAS – Squadra Anti Sette”. Ecco un estratto della carta intestata che Alessandrini e il suo “forum anti-sette” usano per le loro lettere più riservate:
Vedremo in seguito come l’associazione di Bonaiuto incameri somme enormi direttamente dallo stato e come Alessandrini si qualifichi “esperto” senza avere alcun titolo o competenza specifica.
In questo contesto vedremo invece quale discutibile modus operandi questi gruppi mettano in atto, oltre a diffondere false statistiche, per condurre la loro autorità di “referenti della S.A.S.”.
Precisiamo preliminarmente che, come si vede nella carta intestata del “forum anti-sette” qui sopra, sebbene i referenti ufficiali conosciuti siano solo due o tre, costoro operano strettamente e in totale sintonia con le altre associazioni anti-sette e in coordinazione con organismi europei.
Mentre don Aldo Bonaiuto, ufficialmente nominato dalla S.A.S. come loro referente si occupa della raccolta di segnalazioni tramite il suo “Telefono Verde Sette Occulte” e partecipa ai convegni e alle trasmissioni televisive più di rilievo. Alessandrini e il suo gruppo di associazioni anti-sette si occupa di contatti politici e della diffusione capillare delle notizie allarmistiche che vengono confezionate appositamente.
Il “forum degli anti-sette” non esisteva fino al 2007. Poco dopo la creazione della S.A.S. avvenuta il 2 novembre 2006, Alessandrini ha ideato il cosiddetto “FORUM DELLE ASSOCIAZIONI ITALIANE DI RICERCA INFORMAZIONE E CONTRASTO DEI MOVIMENTI SETTARI NOCIVI” insediandosi come portavoce. Come rivela il seguente documento, il forum è stato ufficialmente presentato il 21 settembre 2007 durante la presentazione del “Libro nero sulle sette in Italia” che era già in cantiere dall’aprile 2006:
Nel documento non compare ancora il titolo di “referente della S.A.S.”, ma vi si fa riferimento suggerendo corsi per poliziotti, magistrati e operatori di giustizia avanzando nel contempo pretese finanziarie.
All’incontro, avvenuto all’interno della Camera dei Deputati, erano presenti vari politici.
La lettera integrale dell’assente Giuseppe (Pino) Pisicchio, in contatto da tempo con Alessandrini, rivela una vicinanza particolare e certamente abnorme da parte dell’allora Presidente della Commissione Giustizia della Camera, la stessa che doveva valutare il disegno di legge sulla reintroduzione del plagio. Ecco il testo:
La vicinanza ideologica tra l’onorevole Pisicchio e il forum degli anti-sette è forse dovuta al fatto che è originario della provincia di Bari, dove ha sede l’associazione CeSAP della dottoressa Lorita Tinelli, uno dei principali attivisti del forum anti-sette.
Comunque sia, tale vicinanza non si limita a quanto ha scritto in questa lettera. Infatti, il 26 luglio 2011, ha presentato la seguente interrogazione parlamentare indirizzata al Ministero dell’Interno (sede della S.A.S.):
L’inchiesta giornalistica alla quale faceva riferimento Pisicchio era un ampio articolo de La Repubblica dove apparivano proprio le dichiarazioni di Alessandrini, quale presidente della FAVIS:
Il meccanismo perverso è abbastanza evidente: il forum degli anti-sette, già ufficializzato dalla S.A.S., ha fatto pubblicare un articolo allarmistico. Pochi giorno dopo l’onorevole Pisicchio, già presidente della Commissione Giustizia della Camera nonché estensore di uno dei progetti di legge per la reintroduzione del plagio, ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno (sede della S.A.S. d cui Alessandrini è referente) chiedendo “quali urgenti misure intenda adottare per arginare l’allarmante fenomeno delle sette religiose in Italia”.
Mentre Alessandrini sviluppava i contatti politici necessari per spingere l’approvazione delle leggi sul plagio, gli altri componenti del forum, svolgevano un’attività capillare di diffusione di informazioni allarmanti.
Ad esempio, questa che segue è un’e-mail che il vicepresidente dell’ ARIS Toscana Emanuela Fontana, altro attivista del forum, ha spedito a tutti i Senatori, Deputati ed Europarlamentari per “informarli” di una notizia che riguardava il gruppo di Scientology:
Il documento che allegava era un articolo stampa sensazionalistico riguardante un’indagine di polizia che ha condotto alla perquisizione e sequestro di documenti presso la sede torinese del gruppo. L’indagine scaturiva da un ampio articolo allarmistico pubblicato da La Stampa e le indagini erano condotte dal rappresentante torinese della S.A.S., il Vice Questore Aggiunto Marco Martino, che ha ripetutamente partecipato a conferenze di componenti del forum anti-sette.
Il procedimento in oggetto si concluse con un’archiviazione e un nulla di fatto, con gran dispiacere di una delle principali attiviste del forum, Maria Pia Gardini, che cosi si era espressa riguardo la decisione del magistrato inquirente di archiviare il procedimento:
Parole grosse e piuttosto maleducate quella della Gardini che, da quanto ci riferisce una fonte sicura, era in contatto con Martino e contava in un rinvio a giudizio e in una condanna.
Comunque sia, la vicenda ha prodotto parecchia stampa sensazionalistiche che è stata usata per diffondere il solito allarmismo.
Questa e-mail della Fontana è solo un esempio isolato, ma questa capillare diffusione di notizie a politici, media e autorità locali ha ormai da anni una cadenza quasi settimanale.
Per inciso, l’ARIS Toscana è composta da due o tre soci e da un presidente, tale Mario Pierotti, che è un perfetto sconosciuto e sostanzialmente inattivo.
Le notizie diffuse sono delle più disparate e quando mancano incidenti veri come quello descritto sopra, l’ARIS Toscana, che (sarebbe più corretto dire la sola Emanuela Fontana), raccoglie ogni tipo di informazione da internet e la diffonde alla sua ampia lista di indirizzi e-mail che comprende giornalisti, amministratori locali, poliziotti, membri della S.A.S., politici, membri del Governo, altre associazioni, avvocati, magistrati, eccetera.
Ecco un paio di esempi recenti del contenuto di queste e-mail:
Come si vede sono informazioni prese a caso da internet e da qualsiasi paese, non verificate per attendibilità, talvolta non pertinenti e sempre di tono negativo.
Vediamone ora un’altra che aveva il chiaro intento di osteggiare una studiosa che non condivideva l’approccio del forum al soggetto del " plagio" :
E-mail di questo tipo sono state spedite per mesi e anni all’insaputa degli interessati per creare un clima di allarmismo sul soggetto delle “sette” e favorevole all’approvazione del “plagio”.
Ovviamente questa attività è benedetta e sollecitata dalla S.A.S. e, mentre Bonaiuto e Alessandrini tengono i contatti con la sede centrale della S.A.S. e in particolar modo con la massima dirigente pro-tempore Carla Bocchino, le altre associazioni del forum curano i contatti con i rappresentanti locali della S.A.S., nel caso dell’ARIS Toscana con gli ispettori Carlo Benelli e Bruno Zambon della S.A.S. di Firenze. Dal canto suo, la dottoressa Tinelli del CeSAP di Bari, cura i contatti con i magistrati già sensibilizzati sul soggetto delle “sette”.
Alessandrini, come abbiamo già detto, cura particolarmente i rapporti con i politici e, oltre ad aver mantenuto contatti con l’onorevole Pino Pisicchio, ha sviluppato stretti rapporti con un buon numero di Deputati e Senatori.
Ad esempio, fin dal 2002, quando la S.A.S. era di là da venire e Alessandrini interagiva principalmente con la Digos, aveva già preso contatto con il Senatore Antonino Caruso, membro della Commissione Giustizia ed estensore dell’attuale disegno di legge n. 569 “Disposizioni concernenti il reati di manipolazione mentale”, il nuovo nome del reato di “plagio”.
Un rapporto che col tempo si è consolidato, tanto che il Senatore Caruso ha preso a partecipare ai convegni organizzati dal forum antisette, come nel caso di un convegno di Rimini che si è tenuto nel 2005:
Poi i contatti del forum si sono estesi al Presidente della commissione Filippo Berselli (sindaco di un comune del riminate vicinissimo alla sede della FAVIS), alla relatrice del DDL Laura Allegrini e ad altri membri della stessa commissione e delle camere.
Mentre Alessadrini coltiva i suoi rapporti con i parlamentari in qualità di rappresentante del forum anti-sette per guadagnarli alla sua causa a favore della reintroduzione del plagio, Bonaiuto coltiva i contatti con parlamentari, magistrati e membri del Governo invitandoli a convegni organizzati dalla sua associazione, come ad esempio è accaduto il 16 febbraio 2011 a Roma, presente anche la Senatrice Allegrini. Si veda l’articolo su questo soggetto apparso sul sito dell’associazione di Bonaiuto (www.apg23.org) dove si parlava apertamente del suo ruolo come“referente privilegiato della S.A.S." :
Che la Senatrice Allegrini (come del resto il Senatore Caruso) sia schierata a favore delle associazioni anti-sette e della loro campagna per la reintroduzione del plagio è dimostrato anche dalle sue dichiarazioni sull’argomento pubblicate il giorno 11 maggio 2012 sul sito del suo gruppo parlamentare www.pdlsenato.it :
Non è dato sapere fino a che punto la Senatrice Allegrini, il Senatore Caruso e gli altri parlamentari siano stati ingannati dal forum anti-sette, o fino a che punto siano consapevoli del meccanismo perverso posto in essere dalla S.A.S. e dagli anti-sette.
Un fatto è certo, consapevolmente o meno, stanno accettando come oro colato le loro dichiarazioni e non si sono presi la briga di verificare la validità del loro dati, delle loro controverse statistiche e delle loro testimonianze.
Ad esempio, a partire da settembre 2011, la Commissione Giustizia sta conducendo un indagine conoscitiva raccogliendo pareri e testimonianze di esperti, giuristi e accademici. E’ emblematico il fatto che nessun rappresentante delle “sette” sia mai stati sentito, i pareri discordanti con l’idea di reintroduzione del plagio non sono stati posti in rilievo, mentre hanno avuto ampio spazio e risalto le testimonianze di giornalisti e rappresentanti del forum anti-sette.
La Senatrice Allegrini ha sentito la necessità di definire “fondamentale” la testimonianza della Maria Pia Gardini, portavoce dell’ ARIS Toscana e membro del forum anti-sette referente della S.A.S.
Per l’audizione della Gardini hanno inviato a casa sua un poliziotto specialista di informatica per installare adeguati strumenti tecnologici così da poter ascoltare la sua “determinante testimonianza” in video-conferenza tra Grosseto e Roma.
Ma sarebbe bastato leggere le controverse dichiarazioni di questa “eccezionale testimone” per comprendere che non vi era nulla di “fondamentale” in quel che aveva da dichiarare. Questo argomento sarà oggetto di un futuro articolo per chiarirne ulteriormente gli aspetti quanto meno strani.
Non è inappropriato affermare che il forum anti-sette, grazie al favore di alcuni Senatori della Commissione Giustizia e della S.A.S., ha usufruito di una corsia preferenziale per passare le sue “informazioni” e le testimonianze a sostegno della reintroduzione del reato di plagio.
Non possono dire altrettanto coloro che, sentiti dalla stessa commissione, hanno rilasciato dichiarazioni di segno opposto e poco allineate.
Anzi, coloro che si sono permessi di esprimersi in modo critico nei confronti del forum anti-sette, sono stati oggetto di critiche “riservate” tese a delegittimarli. Infatti, le e-mail diffuse dall’ARIS Toscana e dalle associazioni consorelle, non sono l’unico mezzo utilizzato per diffondere informazioni addomesticate all’insaputa degli interessati.
E’ il caso di queste lettere (uno e due) che sono state “segretamente” inviate alla Commissione Giustizia e alla S.A.S.
In conclusione, il forum anti-sette, legittimato dalla S.A.S., sta conducendo una campagna di discriminazione nei confronti di minoranze religiose diffondendo informazioni fasulle e allarmistiche atte a creare un clima di ostilità verso le “sette”, così definite da loro stessi in senso diffamatorio.
Lo speciale ruolo di referenti di un organo di polizia, istituito sulla base delle loro stesse informazioni inattendibili, gli dà accesso a media e politici per agevolare l’approvazione di speciali leggi limitative.
L’intera attività, inclusa l’istituzione della stessa S.A.S., lede i diritto sanciti dagli articoli 3, 8 e 19 della Carta Costituzionale.
oOo
9 giugno 2012
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