Il FORUM Anti-sette e Danilo Speranza
Caso Danilo Speranza e R.E. MAYA, chi sono le vittime e chi sono i carnefici? Se, come ammette lo stesso FORUM Anti-Sette, i nostri documenti sono veri, cosa dobbiamo pensare di questa ennesima farsa mediatico-giudiziaria?
Il 6 aprile scorso, nell’articolo “Il Forum Anti-sette: Libero Credo dice il vero”, abbiamo inavvertitamente messo il dito in una dolorosa piaga pubblicando un’e-mail di tale Gina Benfatto, componente del cosiddetto FORUM Anti-Sette.
In quell'e-mail la signora Gina Benfatto discuteva con la vice-presidente dell’ARIS Toscana sul come gestire i rapporti con i media a suon di menzogne a danno di Danilo Speranza del gruppo R.E. MAYA.
Il soggetto del nostro articolo era tutt’altro, non trattava di R.E. MAYA, ma dei soliti intrallazzi del FORUM Anti-sette e, soprattutto, la loro ammissione che i documenti che pubblichiamo sono veri. Non sapevamo che il giorno prima, 5 aprile 2014, Danilo Speranza era stato condannato dal Tribunale di Tivoli a ben 10 anni di carcere.
Avevamo già menzionato di sfuggita la signora Gina Benfatto circa un anno fa nell’articolo “Fate tacere quelle voci” nel quale avevamo pubblicato un’altra sua e-mail che parlava di “sputtanare la di marzio” (sic), ma, anche in quell’occasione, non sapevamo quale fosse il ruolo preciso di questa gentildonna.
Prima di proseguire col discorso su questa rappresentante del FORUM Anti-Sette è necessario spendere qualche parola sulla vicenda di Danilo Speranza e di R.E. MAYA.
Il nome R.E. MAYA l’hanno strombazzato ai quattro venti per qualche anno sia i media che i vari gruppi anti-sette, senza spiegare veramente cosa fosse. Probabilmente il nome suonava bene così com'era abbinato a notizie scandalistiche e storiacce poco edificanti.
In realtà R.E. MAYA è l’acronimo delle parole Recupero, Educazione, Meditazione, Alimentazione, Yoga, Arti. Era un’associazione fondata a Roma da Danilo Speranza nell’ormai lontano 1984, ora non esiste più, sembra, a causa delle vicissitudini giudiziarie. Si prendeva cura di persone che soffrivano di disagi sociali legati alla tossidipendenza, al carcere, disturbi psichici, alcolismo, ecc., ai quali offriva un percorso rieducativo per aiutarli a superare tali difficoltà.
Presidente e fondatore di R.E. MAYA, nel corso degli anni Danilo Speranza ha raccolto attorno a se qualche centinaio di associati. Il progetto ha poi dato vita ad altre attività umanitarie, come ad esempio l’associazione Scienza per l’Amore, che si occupa tiutt'ora di problemi dell’energia sostenibile e dell’alimentazione.
Sarebbe troppo lungo spiegare tutta la storia e non è l’obiettivo di questo articolo. Non sappiamo se Danilo Speranza è un galantuomo o un malvivente e se R.E. MAYA e Scienza per l’Amore sono attività meritevoli o cialtronerie. Prendiamo atto che Speranza ha dedicato trent’anni della sua vita a scopi dichiaratamente umanitari, che ha ricevuto dei riconoscimenti per questo e che ci sono dei suoi ex amici (che lo hanno sostenuto per decenni) che ora sparano a zero su di lui coadiuvati dai pettegolezzi della stampa scandalistica.
Comunque non è lo scopo di questo articolo parlare bene o male di Danilo Speranza e delle sue associazioni.
Circa quattro anni fa i suoi progetti e attività sono stati interrotti dall’intervento della magistratura. Lo hanno accusato di abusi sessuali su due minori sui quali ha indagato il Procuratore Capo di Tivoli Luigi De Ficchy, poi è stato accusato assieme altre 16 persone di truffa e indagato per questo da un Procuratore di Roma.
Arrestato il 16 marzo 2010 per ordine del magistrato di Tivoli, Speranza si è fatto sedici mesi di detenzione preventiva.
Come già detto, il 5 aprile scorso si è concluso il primo grado del processo di Tivoli con una condanna a 10 anni di carcere. Il 29 maggio prossimo invece lo aspetta la prima udienza del processo romano.
Danilo Speranza si dichiara innocente e, facendo fede al suo cognome, è convinto che alla fine sarà assolto da tutte le accuse e si dice fiducioso nei confronti della magistratura. Una dichiarazione nobile, che suona bene e che è facile da fare, ma equivale a dichiarare la propria fiducia nella lotteria nazionale.
I magistrati sono uomini e come tali fallaci- Stante il nostro ordinamento, basano le loro sentenze sul convincimento personale. Questo significa che, indipendentemente dalla colpevolezza o dall’innocenza di un imputato, un magistrato può assolvere o condannare a seconda di come lui si convincerà.
Cosa lo convincerà? Una onesta valutazione delle prove, le arringhe degli avvocati, il clamore della stampa, l'antipatia per imputato o la simpatia del procuratore, l’andamento della propria carriera, l’ultimo litigio col consorte, l’andamento dei titoli di stato o il perdurare delle perturbazioni atlantiche? Qualsiasi cosa lo determini o lo influenzi, il convincimento personale del magistrato detereminerà la qualità della sentenza.
Chi pensa che in Italia le sentenze della giustizia penale si basassero sulle prove o su questioni tecnico-giuridiche deve informarsi meglio. Qualsiasi giurista minimamente preparato vi dira che non è così. La legge prevede che il giudice decida sulla base del suo convincimento, il resto non rileva. E' un po' come nel calcio: "rigore è quando arbitro fischia", come disse ad un giornalista l'allenatore jugoslavo Vujadin Boskov.
Non per niente la storia della nostra vituperata repubblica democratica è piena zeppa di vicende giudiziarie grottesche, di innocenti condannati e di colpevoli assolti, di condanne in primo grado, assoluzioni in appello o vice versa e annullamenti per cassazione.
Ad ogni modo, allo stato attuale, il fiducioso Speranza è innocente per legge fino a sentenza definitiva. Lasciamo pure che la giustizia faccia il suo corso (c’è scelta?) ma, per i motivi esposti sopra, nel nostro bel paese una sentenza definitiva di condanna o di assoluzione non è garanzia di giustizia.
Quando poi si parla di sette, il processo inquisitorio con inevitabile condanna si svolge prima sulla stampa. Grazie soprattutto al “contributo” di personaggi e associazioni anti-sette che si adoperano nel diffondere pregiudizi e allarmismo. Questa è la norma, indipendentemente che l’accusato si chiami Danilo Speranza (R.E. MAYA), Carlo Vito Moccia (Arkeon), Marco Dimitri (Bambini di Satana), Oberto Airaudi (Damanhur) e i cento altri presunti “guru” e “sette” che di volta in volta si sono trovati nell’occhio del ciclone. Al riguardo si vedano gli articoli “Falsare statistiche per allarmare”, “Denunce anonime” e “MISA Yoga, Forum antisette e SAS”.
Il 16 marzo 2010, la stessa studiosa che la signora Benfatto voleva “sputtanare”, la dot.ssa Raffaella Di Marzio ha scritto un articolo dal titolo “L’Associazione R.E. Maya: aldilà dei media”. Eccone uno stralcio:
«Come sempre avviene in questi casi fin dai primi momenti dell’inizio della vicenda giudiziaria, R.E. MAYA è stata oggetto della "gogna mediatica" che tende a condannare sempre e subito chi non è stato ancora condannato dai tribunali. Lo stesso è avvenuto per altri movimenti, tra i quali cito solo i più recenti: Ananda (un caso finalmente chiuso), Arkeon (processo in corso), l'Associazione Sergio Minelli di Tersilia Tanghetti (processo in corso) ecc.
Come le altre associazioni anche R.E. Maya è stata etichettata dai media come una “setta”, il fondatore è stato definito un “guru” e gli associati sono stati vittime di continui attacchi: gomme delle auto squarciate, aggressioni fisiche di gruppo, insulti, sputi e minacce. Alcuni hanno subito discriminazioni al lavoro, emarginazione dei figli a scuola e, addirittura, sfratti esecutivi.
Ripercussioni gravissime che disegnano uno scenario comune a quelle realtà associative date in pasto ai media, i quali si guardano bene dal diffondere le notizie di questi atti di violenza e discriminazione che non hanno nulla a che fare con la giustizia.»
All’indomani della sentenza di condanna di Tivoli, durante la trasmissione “La Vita in Diretta” del 23 aprile 2014, la TV di stato (Rai 1) ha dato un esempio molto chiaro di cosa sia un tribunale mediatico anti-sette.
Dopo un servizio iniziale di alcuni minuti esclusivamente colpevolista, il conduttore Franco di Mare, con tono mellifluo ed espressioni falsamente garantiste ha dato il via a mezz’ora di insulse corbellerie sulla vicenda di Danilo Speranza. Poi, seguendo il logoro copione di tutte le trasmissioni di questo tipo, ha concluso con le solite notizie apocalittiche, trite e ritrite, sul “pericolo delle sette”, scomodando la ormai antica (1979) tragedia del presunto “suicidio di massa” della “setta” di Jim Jones, ribadendo infine la menzogne del Forum Anti-Sette sulla “psicosetta Arkeon”, menzogne ormai smentite da sentenza definitiva del Tribunale di Bari.
Come da sperimentato copione del format anti-sette, il conduttore ha poi dato voce ad un paio di “testimoni dell’accusa”.
Il primo era tale Antonio Del Plato detto Nino (ex-R.E. MAYA). Del Plato ha diffuso per anni la sua “verità” su internet firmandosi con lo pseudonimo Joshu e sparando ad alzo zero contro l’uomo che per anni aveva considerato il suo maestro. Non a caso tutti questo processi e linciaggi mediatici contro le "sette" partono SEMPRE da una manciata ex membri divenuti ostili verso il gruppo cui appartenevano.
Poi Di Mare ha intervistato Anna, madre di una delle due minorenni che Speranza avrebbe abusato, la quale, con la sperimentata tecnica ad effetto del nome fittizio e della ripresa di spalle, ha ribadito la "sicura colpevolezza del condannato”.
Con “opportuni” commenti sarcastici il conduttore ha anche letto un missiva dell’avvocato di Danilo Speranza che declinava l’invito della Rai 1 dicendo che avrebbe partecipato solo ad una trasmissione dove non vi fossero “strumentali contraddittori”.
Scatenando gli applausi del pubblico in sala, Del Mare ha sminuito, quasi deridendola, l’affermazione dell'avvocato dicendo che l’unico contraddittorio che proponeva era il semplice confronto con la “signora Anna che dice la sua”. Affermazione evidentemente ipocrita visto che l’intero studio, con tutti i suoi ospiti e "testimoni", il pubblico, gli “esperti”, i servizi fuori studio e il giornalista stesso erano evidentemente schierati a sfavore del “condannato” che si rifiutava di sottoporsi a questa gogna mediatica.
Non potevano mancare le statistiche fantasiose e inattendibili degli anti-sette, rappresentati in questo caso dall'ONAP (Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici) della dott.ssa Patrizia Santovecchi, ex Testimone di Geova e ex amica della dot.ssa Lorita Tinelli del FORUM Anti-Sette.
Per completare l’opera l’inquisitoria, e dare autorevolezza alle accuse di haereticae pravitates, non poteva mancare lo psichiatra anti-sette. Ruolo assunto dal chietino prof. Massimo di Giannantonio che, infervorato e colmo di sdegno quasi parlasse degli imputati di Norimberga, ha fornito i suoi illuminati pareri basati su evidente ignoranza e pregiudizio.
Infine l'intervista a Massimo Lugli, giornalista noto per i numerosi articoli contro le “sette” e per essersi infiltrato (se ne è pure vantato in diretta) nella “setta” dei Moonies.
Le sue teorie sull’Ontopsicologia di Antonio Meneghetti, condivise con l’avvocato dei deprogrammatori Michele Del Re (si veda “Forum anti-sette e i sequestri di persona - 2° atto”), hanno trovato spazio anche nel famigerato rapporto ministeriale anti-sette del 1998 (“Allarmismo di Stato - il Rapporto ministeriale del 1998 sulle sette”).
Una squadra sperimentata e ben affiatata. Infatti, gli stessi attori: Franco di Mare, Massimo Lugli e Massimo di Giannantonio, hanno dato vita ad un processo molto simile anche lo scorso 13 novembre 2013, sempre dagli studi Rai di La vita in diretta, discutendo del libro “Plagiata” di Claudia Vincenzi. Un’altra montatura che è stata per anni il cavallo di battaglia del FAVIS di Maurizio Alessandrini e del FORUM Anti-Sette.
Un tribunaletto mediatico da inquisizione che, grazie al canone dei contribuenti, potrebbe influenzare negativamente chiunque nei confronti di chicchessia, inclusi magistrati e politici, figuriamoci l’ascoltatore medio.
Il trattamento riservato a Danilo Speranza e al suo movimento, così simile a quello dispensato ad altri presunti “guru” e “sette”, ha stimolato la nostra curiosità.
Con una breve ricerca abbiamo scoperto che i siti di Speranza o in qualche modo riconducibili a lui (ben 28) e al suo gruppo sono stati oscurati dalla magistratura.
Sedici mesi di carcere preventivo, l'obbligo di firma, i siti sotto sequestro preventivo, una condanna a dieci anni, beni sequestrati, processi mediatici sommari e un altro processo entro breve. In pratica la morte civile. La vicenda meritava un’ulteriore approfondimento.
Il primo fatto interessante emerso dalla nostra ricerca riguarda un articolo a firma Maria Pia Gardini pubblicato dal sito “Il Colle Informa” il 21 marzo 2010, pochi giorni dopo l’arresto di Danilo Speranza.
Maria Pia Gardini, deceduta a settembre 2012, è stata per anni portavoce dell’ARIS Toscana e membro di spicco del FORUM delle associazioni federate alla FECRIS, la rete europea delle micro-associazioni anti-sette finanziata dal governo francese.
Spacciandosi per “esperta di sette”, ma rivelandosi senza eccezioni di un’ignoranza abissale e decisamente poco credibile (si veda “Testimoni fondamentali”), la Gardini ha scritto numerosi articoli per “Il Colle Informa” spaziando dal Satanismo ai Neocatecumenali e sparando invariabilmente scempiaggini della peggior natura. Il blog pensieribanali.blogspot.com ha dedicato una ventina di articoli ben documentati alla signora Gardini evidenziando la marcata tendenza della stessa a diffondere menzogne tramite libri, articoli stampa e interviste radiotelevisive.
Sebbene inattendibile, quando un esponente del FORUM Anti-Sette afferma “segnalai a chi di dovere” significa che le notizie, ma soprattutto le sue opinioni preconcette, sono state riferite alla Squadra Anti Setta (S.A.S.) del Ministero dell’Interno. L’oggetto delle loro informative, da quel momento, entrerà nel meccanismo stritolante che abbiamo descritto nell’articolo “Squadra Anti Sette, gruppi anti-sette e plagio”.
La relazione tra S.A.S., FORUM Anti-Sette e certa stampa l’abbiamo già adeguatamente provata in vari articoli, ma vale la pena aggiungere un altro documento per fugare eventuali dubbi. Ecco una dichiarazione scritta dalla stessa Gardini il 20 novembre 2011 su un newsgroup pubblico chiamato “EXSCN” da lei gestito e che ora non esiste più.
Le centinaia di associati ovviamente sono un’evidente millanteria, ma è quasi innocente rispetto all’affermazione “collaboriamo con il Ministero dell’Interno con la S.A.S. (squadra antisette)”.
L’affermazione fatta dalla Gardini nell’articolo di “Il Colle Informa” potrebbe essere una delle sue innumerevoli spacconate, ma la collaborazione del FORUM Anti-Sette con la S.A.S. in relazione alla vicenda Danilo Speranza è confermata anche dalla seguente e-mail spedita parecchi mesi dopo da Giovanni Ristuccia, membro novarese del FORUM e presidente dell’associazione SOS Antiplagio, ai suoi colleghi e, per buona conoscenza, anche all’ispettore fiorentino della S.A.S. Bruno Zambon (gighen72@libero.it).
Il legame con i funzionari della S.A.S. è così stretto e confidenziale che l’ispettore in questione, oltre a mettere a disposizione la sua e-mail personale, ha dato incarico a Ristuccia di passarla anche agli altri membri del FORUM.
D’altra parte i rapporti privilegiati tra il FORUM Anti-Sette e questa anomala forza di polizia psicoreligiosa è risaputa e, come abbiamo scritto nell’articolo “Mentono i referenti della SAS”, sono provati e confermati i contatti diretti e la collaborazione tra Maurizio Alessandrini del FAVIS e il dirigente massimo della S.A.S. Maria Carla Bocchino.
Il meccanismo persecutorio che sanno mettere in atto il FORUM Anti-Sette, la S.A.S. e i a loro media asserviti lo abbiamo già descritto, in particolare, nell’articolo “MISA Yoga, Forum antisette e SAS”. Denunce anonime, diffusione via e-mail di informazioni, sempre negative, al maggior numero di persone e autorità possibile, siti internet e blog dedicati, contatti con la stampa per fomentare e organizzare campagne mediatiche ostili (si veda la trasmissione RAI già descritta), l’uso di fuoriusciti per enfatizzare le accuse e per danneggiare il più possibile la reputazione del loro bersaglio, eccetera.
Anche nel caso di Danilo Speranza e della R.E. MAYA è stato azionato il meccanismo che, ad esempio, abbiano descritto negli articoli “Denunce anonime” e “Ancora denunce anonime e lettere segrete”. Ecco un esempio di e-mail collettiva che l’ARIS Toscana ha diffuso mentre Danilo Speranza subiva la carcerazione preventiva.
Questa è solo una delle molte e-mail spedite dal FORUM Anti-Sette a politici, associazioni, avvocati, autorità locali e centrali, magistrati, poliziotti, giornalisti, eccetera. Questa e-mail in particolare era indirizzata a 94 destinatari, ma altre centinaia di persone sono state raggiunte da molte altre e-mail di questo tipo.
Parallelamente alla diffusione via e-mail di notizie negative su R.E. MAYA, mentre Danilo Speranza era ancora detenuto, il FORUM Anti-Sette si è dato da fare per dar forza al linciaggio mediatico già in corso, sviluppando contatti con i media, diffondendo le notizie stampa e scambiandosi le informazioni necessarie per amplificarne l’effetto. Ecco qualche esempio.
Si sono adoperati anche per frustrare le reazioni dei malcapitati sostenitori di R.E. MAYA. La signora Gina Benfatto aveva fornito al FORUM Anti-Sette gli indirizzi di tutti i siti che fanno capo a Danilo Speranza. Questi indirizzi in seguito sono stati forniti alle autorità giudiziarie che, come già detto, ne hanno sottoposto a sequestro preventivo ben 28.
Aggrediti dalla stampa, perseguiti dalla magistratura e limitati anche nelle loro comunicazioni via internet, Speranza e i suoi sostenitori hanno attivato dei blog per far conoscere la loro versione dei fatti. Ma, contemporaneamente alle attività descritte sopra, i membri del FORUM Anti-Sette hanno dato il via all’inquinamento delle notizie che i membri di R.E. MAYA cercavano di diffondere per contrastare in qualche modo il linciaggio mediatico. Hanno individuato i siti e i blog facenti riferimento a Danilo Speranza e R.E MAYA e, usando falsi nomi, hanno iniziato ad intervenire con messaggi fuorvianti.
Ecco la Benfatto che ha concordato con Emanuela Fontana dell’ARIS Toscana il testo da pubblicare sotto mentite spoglie su un blog che parlava di R.E. MAYA e Danilo Speranza.
Poi, pochi giorni dopo, ha scritto ad Alessandrini del FAVIS lamentandosi perché quelli di R.E. MAYA avevano scoperto tramite l’indirizzo IP che lo pseudonimo “Chiarezza” faceva capo all’ARIS Toscana.
Interpellata per chiarimenti da Alessandrini, la Fontana ha risposto spiegando cos’era accaduto e ammettendo in pratica che era stata lei a scrivere con lo pseudonimo “Chiarezza” per dare… una spintarella, ma “l’adepto” Sogyal si era “permesso” di identificarla.
La soluzione? Dotarsi di “un programma che nasconde l’IP” così da poter continuare l’opera mistificatoria.
Questa attività di disturbo e di vero e proprio cyber stalking è continuata per mesi e mesi e in un certo senso non è mai cessata. Numerosi gli pseudonimi usati: “Chiarezza”, “Elena”, “Per la verità”, “Francesca” e molti altri. I commenti pubblicati sui blog frequentati dagli appartenenti a R.E. MAYA avevano il solo scopo di turbare, causare scompiglio, seminare dubbi e, più in generale, impedir loro di aver anche solo un luogo virtuale per discutere delle loro idee e situazioni.
Allo stesso tempo i componenti del FORUM Anti-Sette allacciavano rapporti con i fuoriusciti di R.E. MAYA, sia per utilizzarli sul fronte mediatico che per raccogliere “testimonianze” utili per la loro opera di disinformazione con i loro contatti. Ad esempio, sempre tramite Gina Benfatto hanno agganciato “Joshu”, al secolo Antonio Del Plato (quello de La Vita in Diretta) che, all’epoca, scriveva su un suo blog (joshu.altervista.org) nascondendo la sua identità.
Joshu ha accettato con entusiasmo e ha cominciato a collaborare regolarmente col FORUM Anti-Sette. In seguito, uscendo dall'anonimato, ha cominciato ad interagire con i media.
Ricordiamoci che questa attività del FORUM Anti-Sette contro Danilo Speranza e R.E. MAYA non è iniziata per caso o come conseguenza delle notizie stampa. La stessa Gardini, come visto in precedenza, aveva dichiarato già il 21 marzo 2010 a “Il Colle Informa” che un anno prima dell’arresto di speranza aveva segnalato “la setta di R.E. MAYA e Danilo Speranza … a chi di dovere”.
Ma anche Gina Benfatto, ex-R.E. MAYA, in un’e-mail indirizzata a Emanuela Fontana dell’ARIS Toscana (con la quale proponeva la bozza di un testo per la pubblicazione) ha dichiarato il 23 febbraio 2011 che conosceva “Maurizio Alessandrini da un anno”, quindi prima ancora che Speranza fosse arrestato.
Nella stessa e-mail la Benfatto affermava di aver conosciuto la senatrice Laura Allegrini (si veda “C'è poco da stare Allegrini” e “C'è poco da stare Allegrini 2a parte”), la quale si sarebbe “documentata tantissimo sulla questione delle sette”. Non abbiamo dubbi sulla fonte da cui l’ex senatrice si è documentata, visto che, come precisa la Benfatto, da più di 10 anni Alessandrini “dà il tormento a tante persone al governo”.
Infatti la documentata Allegrini ha citato anche R.E. MAYA e Speranza in una interrogazione parlamentare con cui chiedeva l’intervento di vari ministri del governo contro le “sette”.
Nella stessa interrogazione chiedeva se non fosse utile adottare la “guida realizzata dalla Missione francese”, un coacervo di soluzioni draconiane e anti-religiose in aperto contrasto con la nostra Costituzione e con i diritti civili in genere.
Non dimentichiamo che il FORUM Anti-Sette, oltre che collaborare con la S.A.S. per svolgere nel nostro paese questa attività repressiva nei confronti di gruppi religiosi e assimilabili, agisce anche come un insieme di associazioni federate con la FECRIS. Cioè il gruppo europeo, con sede a Marsiglia, finanziato dal governo francese per esportare in tutti gli stati dell’Unione il modello anti-religioso di quel paese.
Infatti, su richiesta della FECRIS, l’ARIS Toscana a nome del FORUM Anti-Sette ha fornito loro le informazioni sulla vicenda R.E. MAYA ottenute da Gina Benfatto.
Così come il FORUM Anti-Sette fa con i politici nostrani, la FECRIS usa queste informazioni colme di pregiudizi per tentare di influenzare i legislatori europei. Proprio come tentò vanamente di fare lo scorso 10 aprile al Consiglio d’Europa tramite il deputato francese Rudy Salles: http://www.agenziaradicale.com/index.php/diritti-e-liberta/2590-liberta-....
Per non dilungarci eccessivamente abbiamo limitato questa disamina ad una porzione dei documenti disponibili, ma crediamo siano sufficienti per comprendere cosa sta accadendo dietro le quinte di questa vicenda. E' all'opera un sistema utilizzato per distruggere letteralmente la reputazione delle persone e dei gruppi che vengono prese di mira dalla coalizione anti-sette, dai media e dalle autorità che si fanno abbindolare da costoro. Linciaggi mediatici e testimonianze pilotate portano a processi farsa che, a loro volta, servono come incidenti per giustificare la limitazione dei diritti civili.
Non crediamo servano altri commenti.
oOo
10 maggio 2014