La FAVIS e le sue discutibili attività – 2a parte
Sono i mandanti di ripetute azioni persecutorie, incessanti molestie, intimidazioni, minacce e oltraggiose offese.
Le lamentele arriveranno anche per questo articolo, è inevitabile. Normalmente un malfattore non vuole essere smascherato.
Si sono lamentati per l’ultimo articolo (“La FAVIS e le sue discutibili attività – 1a parte”) perché abbiamo rivelato che la FAVIS pratica attività spionistiche: infiltrano gruppi religiosi e la loro vice presidente, Sonia Ghinelli, agisce abitualmente sotto mentite spoglie. Non potevano smentire il merito dell’articolo, quindi hanno protestato sostenendo che sia stata violata la privacy della Ghinelli perché fotografata mentre portava i suoi cani a spasso in un parco pubblico.
Si sono lamentati anche quando abbiamo dimostrato che il Forum Anti-Sette e i loro amici diffondono notizie false per seminare allarmismo (“Falsare le statistiche per allarmare”), praticavano e giustificano sequestri di persona (“Forum anti-sette e i sequestri di persona - 1a parte”), diffondono denunce anonime (“Denunce anonime”), complottano per zittire gli avversari (“Fate tacere quelle voci”), istigano procedimenti giudiziari infondati (“MISA Yoga, Forum antisette e SAS”) e in generale operano per ledere diritti sanciti dalla Costituzione (“Squadra Anti Sette, gruppi anti-sette e plagio”).
Il presidente della FAVIS, Maurizio Alessandrini, protestò pubblicamente durante una riunione di antisette tenutasi a Marsiglia il 5 ottobre 2014, col solo risultato di confermare le dichiarazioni di Libero Credo; si veda anche l’articolo Il Forum Anti-sette: "Libero Credo dice il vero”.
Sta di fatto che le documentate denunce di Libero Credo, piacciano o meno, non sono mai state smentite, anzi, sono state confermate. D’altra parte è impossibile per quelli del Forum Anti-Sette smentire le cose fatte, dette e scritte da loro stessi.
È il caso della storia che stiamo per raccontarvi, cioè la pratica della FAVIS di inviare i propri esecutori a perseguitare con uno stillicidio di molestie, minacce, atti vessatori e oltraggiose offese quelli che loro considerano membri di una “setta”.
Fabio Alessandrini ha raccontato la sua storia quasi cinque anni fa durante un’intervista televisiva pubblicata qui e qui, ma è bene ripetere un paio di dettagli.
Maurizio Alessandrini e Patrizia Fungi, futuri fondatori della FAVIS, divorziarono quando il figlio Fabio aveva 6 anni. La madre Patrizia Fungi ha accolto in casa quale convivente Sonia Ghinelli, attuale vice presidente della FAVIS, quando Fabio aveva ormai 15/16 anni e il padre era assente da anni dalla sua vita. A 24 anni, quindi più che maggiorenne, stanco di un menage familiare che considerava insostenibile, Fabio ha deciso di lasciare quella casa e andarsene da Rimini.
L’allontanamento di Fabio è stato il casus belli che ha scatenato la becera guerra condotta dai suoi genitori, all’epoca divorziati da quasi vent’anni. Dopo vari tentativi falliti di farlo tornare sui suoi passi, hanno deciso assieme a Sonia Ghinelli di fondare la FAVIS.
Secondo le dichiarazioni di Fabio, il loro movente sarebbe stato il tentativo di riportarlo sotto il loro controllo per evitare che rendesse pubblici i loro panni sporchi. Cosa che, peraltro, Fabio non ha fatto per molti anni nonostante gli innumerevoli soprusi subiti.
Fabio se ne andò da Rimini oltre quindici anni fa trasferendosi in provincia di Treviso, ospite di tale Patrizia Valmaggi che aveva già accolto persone fuggite da disagevoli situazioni familiari. Oggi è un signore di mezza età, ha un lavoro, pratica sport è indipendente e vive la propria vita serenamente nella convinzione di non aver mai fatto parte di una “setta esoterica”.
L’arrivo di Fabio è stato l’inizio di un calvario per la famiglia che lo ha ospitato. Perché gli “esperti di sette” autoproclamati della FAVIS hanno dato inizio ad una guerra senza esclusione di colpi: dichiarazioni allarmistiche ai giornali e alle televisioni, denunce, istigazione di politici e autorità contro la “setta che ha rapito loro figlio”. Ma hanno adottato anche la “tattica dell’assedio e della guerra di logoramento ” per ridurre a mal partito e far capitolare gli “odiati manipolatori di coscienze”.
All’epoca dei fatti che descriveremo di seguito, cioè dal 2005 al 2008, la campagna della FAVIS contro la famiglia che ospitava Fabio Alessandrini era al suo apice.
Fabio viveva già da alcuni anni nella casa trevisana, quando una signora di nome Daniela Pasian fece la sua comparsa sulla scena dando inizio ad un vero e proprio petulante assedio, costellato di gesta intimidatorie, offese, turpiloqui e minacce.
Come vedremo in seguito, la Pasian, che è intervenuta per attuare la “tattica antisette”, è la rappresentante veneta della FAVIS.
Dall’inizio di marzo 2005, quasi ogni singolo giorno, per mesi, la Pasian, ha preso d’assedio la casa dove Fabio Alessandrini risiedeva attuando il metodo operativo persecutorio concordato con i dirigenti della FAVIS che, ovviamente, non si sono esposti di persona.
Seguono alcuni esempi del modus operanti della Paisan/FAVIS. Precisiamo che volutamente non abbiamo censurato le espressioni volgari ed estremamente maleducate della rappresentante della FAVIS, così che i lettori possano capire l’infimo livello cui sono giunti questi personaggi.
In questo primo videoclip Daniela Pasian, affiancata da un’altra componente della FAVIS, durante una delle prime incursioni del marzo 2005, è al telefono e discute col mandante che le sta dando istruzioni, affermando.
“Se li è scopati tutti li dentro, se li è scopati tutti la troia! Ecco l’unico che forse non si è scopato è stato William, perché non gli piaceva, Fabio! Perché si è scopata Claudio. Si è scopata Massimo. Ci sei andato Tu a letto insieme a quella troia! Fabio, Fabio, deve farti schifo questo! … Quella è una troia Fabio!”
Dopo aver chiarito a Fabio qual è il suo pensiero riguardo Patrizia (Patty) Valmaggi, la Pasian rivolge direttamente a quest’ultima le sue offese gratuite.
“Patty brutta troia vieni fuori! … Patty se ti fermi sulla strada ci sono dei marocchini che vorrebbero scoparti, Patty!”
Poi, non sapendo ancora di essere filmata, sempre al telefono con la sua interlocutrice (cui si rivolge parlando appunto al femminile), la Pasian afferma tra il serio e il faceto una cosa molto grave.
“No, no, no. Attenta una cosa. Facciamo questo: chiamiamo Unabomber, lo paghiamo sto giro. Facciamo mettere un poco di esplosivi e vada! Unabomber ne ha fatte tante. Una più o una meno…”
Minacce tese ad intimidire e turbare, probabilmente senza la reale intenzione di darvi seguito, ma certamente dettate dal livore e dall’odio, come si comprende dalle parole che la Pasian urla mentre non è inquadrata dalla telecamera:
“Vai a battere a Milano, troia! Ti distruggo Patty, ti distruggo!!!”
Poi arriva anche la minaccia di dare l’avvio ad una campagna mediatica per minare la reputazione della Valmaggi.
“Chiamerò tutte le Rai, le stazioni televisive, tutti. Parlerò con tutti i giornalisti d’Italia, la sputtanerò. Non la farò neanche più respirare. Fabio, ti ricordi quando cantavi con Sonia la canzone di Vallesi: Gira la palla, gira la palla,..”
Da notare che la Pasian non conosceva Fabio Alessandrini e il suo passato, però ha citato la canzone che lui cantava con Sonia Ghinelli, vice presidente della FAVIS; la qual cosa, se mai fosse necessario, conferma una volta ancora chi fosse il regista delle gesta teatrali della Pasian.
E due giorni dopo, 10 marzo 2005, torna sull’argomento “sputtanare”:
“Tanto guarda, l’ho già sputtanata per tutta Italia. Più di così! Poi vedrai il seguito.”
E ancora il giorno dopo, l’11 marzo, la Pasian continua con le minacce di combinare un “casino”.
“Ti conviene darmi Fabio, perché se no, andiamo avanti e succede un casino Patty!”
Giorno dopo giorno l’assedio continua e anche il 12 marzo 2005, la Pasian, in tono canzonatorio continua con le minacce concordate coi dirigenti FAVIS.
“Fabio. La distruggo! La distruggo! La distruggo!”
Lo stillicidio di soprusi continua quasi quotidianamente per ore e ore. Il 16 marzo si ripetono i gesti di scherno e le minacce della Pasian, che nel frattempo si è anche munita di una scala per riprendere con la sua telecamera.
“Se toccate ancora la scala, vi spacco il culo!”
A nulla valgono gli appelli alle autorità, così anche il 18 marzo le offese e le volgarità di Daniela Pasian continuano accompagnate da minacce di futuri guai.
“Lei è una bugiarda Fabio! Ecco che cos’è!... Fabio, la Patty ha solo il potere della figa, Fabio! Neanche quello! Patty, codarda, codarda e bugiarda. Pensa che figura farai quando sapranno tutto di te!
Quello stesso 18 marzo, dopo le ingiurie e le minacce di scatenare le “orde” dei media contro la Valmaggi e la sua presunta “setta”, la Pasian comincia ad agitare con tono derisorio lo spauracchio del carcere.
“Vedrai, vedrai Fabio. Andremo a trovarla una volta ogni tanto quando sarà dentro… No andremo a vedere come se la spassa dentro. Chi le laverà i capelli, chi le fa da mangiare, chi le pulirà la mona…”
Passando dalle urla e dalle minacce di “sputtanamento” e di “finire dentro” alle vie di fatto, la collega della Pasian, picchia con violenza e insistentemente sul cancello d’ingresso, mentre la Pasian da dietro la recinzione la istiga a maggior violenza.
“Vai Laura vai. Butta giù tutto Laura!” Vai, vai!
Quindi, rivolgendosi a un’abitante del casolare di nome Pina, di nuovo snocciola pesanti ingiurie dirette alla Valmaggi.
“Pina, Lei è una troia!!! Vieni giù brutta codarda, codarda. Cagati addosso troia!… Tu menti, tu stai ingannando, tu stai bestemmiando, non io quando ti chiamo troia. Perché tu sei troia.”
Poi, quando la Pasian si rende finalmente conto di essere ripresa da una telecamera nascosta (lei che ha fatto riprese quasi ogni giorno), sbotta in altri epiteti e contumelie.
“Bastarda, bastarda, bastarda. Stavano registrando ma si chi se ne frega, brutta stronza. Sei, sei la peggior bestia di questa terra.”
E quando la “mandante”, informata delle riprese video del “nemico”, parlandole al telefono, suggerisce alla Pasian di essere più cauta, lei sbotta:
“Ma chi se ne frega a me della moglie del maresciallo. Ma ho capito, ho capito … Non me ne frega un cazzo!!! Patty mi fai schifo! Patty bugiarda, bugiarda!”
Sempre più arrabbiata per essere stata ripresa da una telecamera nascosta:
“Ma pensa un po’ con la telecamera da quel buchetto li che mi riprendeva la stronza. Ma sì, ma chi se ne frega. Sempre per lei lo sta facendo. Brutta stronza di una stronza. Ritorna a Milano, ritorna a Milano a battere, va! I clienti te li trovo io!
Ancora arrabbiata, decisamente meno allegra, mentre cerca di sottrarsi alle riprese video.
“Stronza, stronza, stronza, stronza stronza!”
Poi, superata la sorpresa e lo shock, riprende con rinnovato vigore la litania delle offese volgari e delle minacce.
“Cagati addosso, cagati addosso! Ormai sei sputtanata in tutta Italia. Dovrai finire il resto dei tuoi giorni, da sola al buio. E funzionano? Eeehh, con i poteri della figa che ha lei, funzionano sì! Patty, l’unico potere che hai tu è quello della figa! Patty, Patty. Potevi mettere il cartello in mezzo alle gambe. Patty, Patty, la proprietà che ti spetta è il carcere. Hai capito Patty? Ti aspetta il carcere Patty. Sette otto anni non te li toglie nessuno!”
Ma le riprese video degli “assediati” hanno causato qualche preoccupazione, perciò Daniela Pasian (che probabilmente non sa che anche l’audio sta venendo registrato) si consulta coi suoi mandanti della FAVIS e nasce un breve diverbio.
“Ma era per Te, per tuo figlio, non per la troia!”
La turbolenta giornata del 19 marzo 2005 si conclude con la Pasian che picchia con fare di scherno sulla recinzione, poi, insieme alla sua collega della FAVIS, fruga nella cassetta della posta, commettendo un ulteriore illecito penale.
Le settimane passano e le incursioni degli inviati della FAVIS continuano. Il 26 marzo 2005 la Pasian tenta un approccio telefonico e cambia tattica, passando al soggetto religioso, denigrando nel contempo la Chiesa Cattolica.
“Non sto parlando della religione cattolica, perché anche quella è una falsa dottrina. Io ti sto parlando del padre celeste, Fabio! Del Padre, del Padre che ci ha creati e che ci ama. E lui non ha bisogno delle religioni. Non ha bisogno che impariamo libri su libri, che leggiamo fedi o altro.”
Gli occupanti del casolare hanno fatto del loro meglio per non farsi trascinare in scontri e zuffe. Ma, dopo settimane di soprusi e offese, hanno fatto una prima querela contro Daniela Pasian perché rispondesse delle sue azioni davanti ad un giudice. Speranza vana, perché ancora una volta la giustizia ha fatto cilecca e, dopo 3 anni di pie speranze, la querela è stata archiviata nel 2008. Ecco come la Tribuna di Treviso ha riferito la notizia.
Senza troppo pudore la Pasian ha spiegato al magistrato che le sceneggiate che avete visto nei videoclip erano “visite” fatte con lo scopo di “realizzare un video”.
Il trucchetto è stato possibile perché, come si legge nel seguente articolo, la FAVIS ha trovato un giornalista compiacente che è servito alla Pasian da copertura.
In realtà, come vedremo a breve, la Pasian ha inscenato il suo teatrino su richiesta dei genitori di Fabio Alessandrini e della Sonia Ghinelli, cioè su richiesta dei dirigenti della FAVIS. Ma il magistrato, molto probabilmente influenzato dalle notizie giornalistiche diffuse dalla FAVIS, ha creduto alle spiegazioni della Pasian e alla testimonianza del giornalista Fabio Venditti, peraltro già noto alle cronache per il suo attivismo antisette.
Ringalluzzita dall’archiviazione della prima querela, la Pasian ha continuato la campagna persecutoria nei confronti di Fabio Alessandrini e della famiglia Valmaggi.
Ma il meccanismo si è inceppato quando, a seguito di una seconda querela, dopo tre anni di incessanti molestie, subisce un decreto di condanna, poi un secondo magistrato l’ha condannata in via definitiva per le sue azioni. E, come si legge nel seguente estratto di sentenza, lei stessa ha ammesso davanti quel magistrato di essere stata “inviata dai genitori” di Fabio.
La notizia è stata ripresa dalla stampa locale che, con ancora maggior precisione conferma che la campagna persecutoria era orchestrata da “organizzazioni con centro a Rimini”.
Che i mandanti dell’iniziativa della Pasian fossero i dirigenti della FAVIS, lo ha rivelato lei stessa parlando al telefono con Fabio Alessandrini durante una delle sue incursioni avvenuta l’8 marzo 2005. Ecco le sue esatte parole:
“Fabio, Fabio, Fabio… la Sonia mi ha detto di salutarti. Tu lo sai quanto bene ti vuole vero? Fabio, ti ricordi vero quando hai fatto il patto di sangue con lei? Un patto di sangue Fabio dura per sempre. Fabio, sai cosa sta facendo la Sonia? Ha messo su un’organizzazione che si chiama il Favis, sta lottando contro tutte le sette sataniche, Fabio, sta aiutando tante persone! Se tu vuoi aiutare veramente qualcuno come dicevi un tempo, c’è il sistema per poterlo fare. Fabio, li dentro non stai aiutando nessuno. Ti stai scopando soltanto lei, ecco l’unico aiuto che stai dando. Fabio…”
In quest’ultimo episodio la Pasian, che non aveva mai avuto contatti precedenti con Fabio, mostra di conoscere fatti riguardanti il suo passato e la sua vita privata che può aver appreso solo da Sonia Ghinelli e/o dai suoi genitori, tutti dirigenti della FAVIS.
Fatti che evidenziano un altro aspetto inquietante riguardante la Ghinelli. Nell’intervista rilasciata nel 2011, dal minuto 07,00 circa, Fabio afferma:
“In realtà era qualcosa che faceva già parte degli interessi di questa persona (ndr. Sonia Ghinelli), ovvero: era lei che si interessava per esempio di cartomanzia, di esoterismo o di quant’altro di simile, astrologia, eh diciamo, praticava queste cose”.
La conferma di questa dichiarazione arriva dalla stessa Ghinelli, tramite Daniela Pasian, quando parla del “patto di sangue [che] dura per sempre”. Sonia Ghinelli, ora vice presidente della FAVIS che “combatte le sette e le attività esoteriche”, stringeva “patti di sangue” con un ragazzino minorenne.
Comunque sia, dopo la sentenza di conferma che ha riconosciuto la responsabilità penale della Pasian e, implicitamente, il coinvolgimento della FAVIS, lo stillicidio di molestie perpetrate dalla Pasian è cessato.
Probabilmente con dispiacere di Fabio Alessandrini e dei coniugi Scarin-Valmaggi, la condanna non è stata certamente esemplare, visto che ha comminato solo il pagamento di una somma risibile per i danni oltre alle spese di costituzione e rappresentanza.
Una condanna che non ha certamente fatto desistere dai loro intenti ostili i rappresentanti della FAVIS che, sospendendo le attività moleste della Pasian, hanno continuato comunque la loro campagna mediatica contro la famiglia che ospitava il figlio Fabio.
A nulla è valsa una diffida che Fabio stesso ha mandato alla FAVIS. Quindi, avendo ottenuto durante la causa le prove del coinvolgimento della FAVIS e del giornalista Venditti (confessati dalla Pasian), credendo di poter ottenere maggior soddisfazione, i coniugi Valmaggi-Scarin hanno intentato una causa per danni contro i loro persecutori.
Sebbene censurati dal magistrato, ecco qual è stata la reazione dei componenti della FAVIS al tentativo dei loro bersagli di ottenere giustizia con i modi che la legge consente:
Questa e-mail rivela che anche le altre associazioni del Forum Anti-sette erano in sintonia con l’operato della FAVIS. Le risposte che Alessandrini ha ricevuto mostrano che il coinvolgimento non si limitava allo scambio di informazioni.
Sfortunatamente per Scarin-Valmaggi, la loro causa per danni non si è conclusa come speravano e, grazie a vari cavilli formali e procedurali, l’allegra combriccola del Forum Anti-sette non è stata condannata a pagare i danni che gli attori chiedevano.
A parte quel che dichiara Fabio Alessandrini, non si sa altro dei problemi famigliari che l’hanno indotto ad allontanarsi dai genitori che hanno poi fondato la FAVIS. Ma non è questo l’aspetto che si vuole evidenziare, quanto il fatto che questa associazione pone in essere attività persecutorie oltraggiose e infamanti sicuramente illegali. È una verità dimostrata dai video qui pubblicati e dalle risultanze processuali documentate.
Sono queste le associazioni cui ci si dovrebbe affidare per sapere cos’è una religione cos’è una setta, o non sono essi stessi una gruppo settario? Forse è anche di questo che la FECRIS dovrebbe discutere durante la prossima conferenza di Sofia.
oOo
15 maggio 2016