Squadra Anti Sette, gruppi anti-sette e plagio

Lo Stato si avvale di gruppi privati
per perseguire gruppi religiosi

La nascita della S.A.S. (Squadra Anti Sette) ha a che fare con i continui tentativi di certi gruppi anti-sette di reintrodurre il reato fascista che punisce il plagio? È la S.A.S. che usa i gruppi anti-sette per far reintrodurre il reato plagio nell’ordinamento o viceversa?

L’Articolo 20 della Costituzione dice che Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività”.

A chi scrive è abbastanza evidente che la reintroduzione del reato di “plagio” , oggi chiamato perlopiù “manipolazione mentale”, nel nostro codice penale causerebbe “speciali limitazioni legislative” a molti gruppi religiosi.

Analizzando l’operato del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno dei gruppi anti-sette, diventerà chiaro anche al profano che si sta cercando di creare un clima di intolleranza, basato su notizie inattendibili per rendere “necessaria” questa “legge speciale” .

La S.A.S. e i gruppi anti-sette non fanno mistero che, disattendendo la Costituzione, il loro intento, dopo aver modificato in peggio il significato della parola “setta” , è quello di usare il plagio per perseguire i gruppi che loro hanno etichettato come “sette” .

Vediamo come prima cosa i documenti ufficiali che mostrano il comune intento del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e degli anti-sette, in seguito vedremo come tale intento si sia trasformato in un’attività di pressione mediatica e politica al fine di far approvare una “legge speciale”.

Come abbiamo visto nell’articolo Allarmismo di Stato , il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha chiaramente scritto fin dalla parte introduttiva del suo Rapporto del 1998 che “le compagini settarie” sono “accusate di plagiare subdolamente i propri affiliati e di perseguire finalità illecite” .

Ovviamente quelle illazioni provenivano da “informazione mediatica” che “ha sempre più spesso richiamato l’attenzione sui pericoli insiti dell’espansione” di tali “compagini settarie” .

L’estensore del Rapporto ministeriale non si è fatto scrupoli nel parlare di “sette” , né di affidarsi ad allarmistiche notizie stampa sollecitate dagli anti sette. Tant’è che ha adottato come titolo del Rapporto la dicitura “Sette religiose e movimenti magici in Italia”, poi si è avvalso degli stessi anti-sette come fonte principale dei dati usati per redigerlo.

Invadendo un territorio che non gli competeva, l’autore ha anche stabilito quali sono i movimenti religiosi non “perniciosi” (escludendo ovviamente le religioni di “serie A” ) e le “sette” potenzialmente “dannose”, suddividendole in tre categorie:

1) movimenti d’innovazione occidentali

2) movimenti di derivazione cristiana

3) movimenti di ispirazione orientale.

Dopo aver arbitrariamente suddiviso in questo modo tutto l’insieme dei movimenti religiosi esistenti in Italia, l’autore del Rapporto ha emesso la sua “sentenza”:

Il primo gruppo

Queste conclusioni sono chiaramente specchio del pregiudizio di chi ha scritto, prive di ogni fondamento e basate su notizie giornalistiche e informazioni diffuse dai cosiddetti anti-sette. L’autore, infatti, non cita studi scientifici o precedenti giurisprudenziali di alcun tipo.

Inoltre appare chiaro che il Ministero, o quanto meno il suo Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha sposato appieno la teoria non scientifica e inesistente nel nostro ordinamento del plagio/manipolazione mentale.

Nemmeno i movimenti catalogati nei gruppi 2 e 3 sono esenti da giudizi quali “false chiese” o aventi “scopi truffaldini”, per poi concludere che

Indipendentemente

Non importa quindi se le “accuse rivolte alle sette” sono fondate o meno, non interessa se il reato di plagio è stato abolito dalla Corte Costituzionale, non conta se accademici di tutto il mondo e la più importante Associazione professionale degli psicologi (American Psychological Association) hanno rifiutato l'esistenza del “lavaggio del cervello” nei gruppi religiosi, non ha importanza infine se chiamare “setta” un gruppo religioso è pressoché diffamante. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza , basandosi su notizie giornalistiche o anti-settarie, ha ribadito in più parti del Rapporto il concetto che le “sette” sono dedite al “ lavaggio del cervello al plagio o manipolazione mentale.

A distanza di otto anni, l’allora Capo della Polizia Giovanni De Gennaro, nel redigere la sua circolare per l’istituzione della Squadra Anti Sette , basandosi sulle medesime informazioni inattendibili, ha ripreso pedissequamente le stesse teorie. Tant’è che un passaggio importantissimo è letteralmente identico in entrambi i documenti, eccolo:

Paragone

Uguali identici ed entrambi provenienti dallo stesso ufficio del Ministero dell’Interno a distanza di otto anni.

De Gennaro non si è preso nemmeno la briga di riformulare questo passaggio chiave, almeno per camuffare un po’ l’opera di reinterpretazione della Costituzione che ha fatto per poter intervenire in un ambito religioso, altrimenti precluso ad una simile azione di polizia.

Infatti, questo passaggio è quello nel quale ha alterato il testo della Costituzione, come abbiamo spiegato nell’articoloSquadra Anti Sette e Costituzione, in relazione all’Art. 8.

De Gennaro ha perpetuato la stessa alterazione, rivelando così che la mano che ha scritto il Rapporto del 1998 e la Circolare del 2006 è praticamente la stessa.

Quanto alla posizione di De Gennaro riguardo il plagio e la manipolazione mentale , risulta chiaro in varie parti della Circolare che è perfettamente allineata col dettato del Rapporto del 1998, vale a dire: il plagio e il condizionamento mentale esistono e “vengono praticati all’interno delle sette per fini illeciti”. Ecco un passaggio significativo:

I comportamenti illegali

Partendo da queste convinzioni, ha Stabilito quindi il modus procedendi per la “Polizia Scientifica” interna alla Squadra Anti Sette, chiamata ad indagare su una teoria completamente non scientifica, il plagio. Ecco le direttive:

Parte integrante

In concreto, una forza di polizia è stata creata per contrastare un reato che NON ESISTE nel codice penale perché dichiarato incostituzionale dalla Consulta fin dal 1981. Da questo ne deriva che la Squadra Anti Sette opera ignorando le statuizioni della Corte Costituzionale, come una forza di polizia che, di conseguenza, si pone al di sopra della legge.

In una materia così delicata come il diritto costituzionalmente sancito ci praticare liberamente la propria religione, un organo dello Stato, pagato dai contribuenti che vorrebbero i propri diritti difesi proprio da quel Ministero, travalica i limiti della propria competenza per sorvegliare, indagare, contrastare, reprimere, limitare quegli stessi diritti.

Fin qui la constatazione che, nonostante le pronunce della Corte Costituzionale e la letteratura scientifica di segno opposto, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno è convinto da anni che il plagio/manipolazione mentale esiste, che un buon numero di gruppi religiosi sono delle “sette” dedite a commettere illeciti e che le loro fonti informative, provenienti del mondo anti-sette, sono attendibili.

Erano talmente convinti della validità delle loro fonti, che, con circolare di De Gennaro, hanno incaricato direttamente quali referenti della S.A.S. propri i gruppi anti-sette, in particolar modo l'Associazione facente capo al prete cattolico don Aldo Bonaiuto:

In tale ottica

Questo è sicuramente il “protocollo di intesa” che don Aldo Bonaiuto, leader di entrambe le associazioni, ha annunciato durante il convegno tenutosi presso la Regina Apostolorum nel 2007, pochi mesi dopo la pubblicazione della Circolare in questione.

In quell’occasione, il funzionario del Ministero dell’Interno Dott. Francesco Gratteri, ha affermato che “l’istituzione della S.A.S. “è stata possibile grazie ad un protocollo di intesa stipulato proprio con l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e l’istituzione di un numero verde”.

De Gennaro ha scritto che la S.A.S. deve collaborare “in particolare” con don Aldo Bonaiuto, il suo sottoposto ha detto che è stato possibile istituire la S.A.S. “grazie all’intesa” con l’associazione di don Aldo Bonaiuto.

Queste affermazioni indicano chiaramente che tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e le associazioni di don Aldo Bonaiuto esiste una stretta collaborazione fin da prima della nascita della S.A.S. Anzi, tale collaborazione ha reso possibile la nascita di quest’ultima.

Poco più avanti nella Circolare De Gennaro il legame appare ancor più evidente e sono state fissate anche le procedure operative per l’utilizzo delle informazioni fornite da Bonaiuto alla S.A.S. per investigare le “sette”.

A tal fine

È opportuno precisare che le “segnalazioni pervenute al numero verde antisette occulte” citate nell’estratto della Circolare qui sopra, sono quelle delle statistiche inattendibili presentate durante il convegno della Regina Apostolorun si cui abbiamo trattato nell’articolo Falsare statistiche per allarmare.

Vediamo brevemente chi sono i referenti conosciuti della S.A.S. Approfondiremo in seguito le loro attività e i rapporti che intercorrono tra loro e vari giornalisti e politici che si prestano ai loro intrallazzi per creare allarmismo e per far approvare “leggi speciali” a danno dei movimenti religiosi.

Aldo Bonaiuto Come abbiamo visto, il principale referente “non togato” della S.A.S. è don Aldo Buonaiuto.

È un prete cattolico che, superate in Marzo 2004 le accuse di pedofilia che avevano dato luogo a un’azione giudiziaria poi conclusasi con un’archiviazione, si è buttato a capofitto nella lotta alle “sette occulte”.

Erede di don Oreste Benzi , agendo sotto l’egida della Comunità Papa Giovanni XXIII , un potente organismo cattolico presente in tutto il mondo, don Buonaiuto ha un pulpito di primo piano da cui dare voce alle sue sentenze sui nuovi movimenti religiosi.

Bonaiuto collabora strettamente con un ente che si definisce “FORUM delle ASSOCIAZIONI ITALIANE di RICERCA INFORMAZIONE e CONTRASTO dei MOVIMENTI SETTARI e dei CULTI ABUSANTI” capitanata da un pensionato di nome Maurizio Alessandrini.

Maurizio Alessandrini Alessandrini, è anche fondatore e presidente dell’associazione denominata “FAVIS”, ossia “Familiari Vittime delle Sette” .

Questo gruppetto di persone, sebbene non superi la mezza dozzina di associati, grazie a Internet e ai media è riuscita in una decina d’anni a sollevare un polverone a dir poco esagerato a proposito di certi gruppi religiosi, mistici o spirituali.

Maurizio Alessandrini non è un docente di storia delle religioni, nè un sociologo in pensione. E un ragioniere ex impiegato della Provincia di Rimini in pensione.

Da anni contatta media e politici sostenendo che il figlio Fabio sarebbe stato irretito da una “setta”. Il figlio contesta fortemente questa versione dei fatti, come mostra un'intervista rilasciata proprio da Fabio Alessandrini il 6 Ottobre 2011 per la rete televisiva TeleRimini, si veda qui e qui.

Alessandrini si definisce “Referente presso il Ministero dell’Interno, Polizia di Stato, Servizio Centrale Operativo, SAS – Squadra Anti Sette”.

Macchiorlatti Un’altra referente della S.A.S. è la grafologa Ilaria Macchiorlatti, piemontese. Pur dichiarandosi “esperta di psicologia della scrittura”, non risulta essere in possesso di una laurea in psicologia.

Il suo ruolo di “docente per il Corso di Grafologia” e la “Scuola di Specializzazione Triennale in Scienze Criminologiche” presso la “Université Européenne Jean Monnet” sono stati oggetto di polemiche da quando, nel 2006, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva accertato condotte ingannevoli nei messaggi pubblicitari dello stesso istituto scolastico, le cui qualifiche erano state messe in dubbio.

Oltre a questi impegni professionali risulta essere titolare di un negozio di biancheria intima a Ciriè in provincia di Torino.

Viene proprio da domandarselo, allora: quis custodet custodes?

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31 maggio 2012